Banca d’Italia 2024: le imprese italiane tra le più robotizzate d’Europa

La Relazione Annuale 2023 della Banca d’Italia descrive un quadro interessante sull’impiego di robot nel settore manifatturiero italiano.

In Italia, i robot industriali sono impiegati in funzioni sempre più ampie, in particolare nei settori della gomma e plastica, farmaceutico, dei computer e prodotti di elettronica. Come utilizzatore di robot nella manifattura, in Europa l’Italia è terza, dopo la Germania e la Spagna. Se si esclude il settore automobilistico, l’industria manifatturiera italiana risulta la più automatizzata in Europa.

Citiamo dal Paragrafo L’utilizzo dei robot industriali in Italia nel confronto internazionale

“Escludendo il settore automobilistico, dove una minore intensità di utilizzo di robot in Italia rispetto alla Germania e alla Spagna è largamente riconducibile alla diversa specializzazione settoriale – l’elevato livello di automazione di Germania e Spagna è ascrivibile al ruolo preminente che in questi paesi riveste il comparto automobilistico, in altri settori  l’industria manifatturiera italiana è la più automatizzata e la sua evoluzione nel tempo risulta simile a quella tedesca, In particolare, le produzioni di apparecchi elettrici, di macchinari e di prodotti in metallo sono in Italia tradizionalmente più intensive nell’utilizzo di robot; a questi settori si sono aggiunti quelli metallurgico, alimentare e farmaceutico, nei quali il numero di robot installati, inizialmente contenuto, è cresciuto nell’ultimo decennio a un ritmo più sostenuto rispetto agli altri paesi”.

“In particolare, le produzioni di apparecchi elettrici, di macchinari e di prodotti in metallo sono in Italia tradizionalmente più intensive nell’utilizzo di robot; a questi settori si sono aggiunti quelli metallurgico, alimentare e farmaceutico, nei quali il numero di robot installati, inizialmente contenuto, è cresciuto nell’ultimo decennio a un ritmo più sostenuto rispetto agli altri paesi”.

 

I robot tolgono posti di lavoro?

La Relazione presenta un dato interessante che può rispondere alla domanda, I robot contribuiscono alla perdita di posti di lavoro?

In realtà, “l’automazione del processo produttivo, soprattutto nel breve periodo, può avere effetti di sostituzione della forza lavoro; allo stesso tempo, può accrescere la domanda di nuovi profili professionali e può indurre guadagni di produttività che, rafforzando la competitività e aumentando la scala di produzione, possono sostenere i livelli di occupazione nel lungo periodo. Le analisi disponibili mostrano che finora l’adozione di robot ha avuto sull’occupazione effetti negativi negli Stati Uniti, positivi in Francia e nulli in Germania e in Italia . Sulla base di nostre elaborazioni, in media per le quattro maggiori economie dell’area, i settori che tra il 1996 e il 2021 hanno incrementato di più l’automazione hanno avuto una crescita del numero di occupati e della produttività in linea con quella degli altri comparti: in particolare per l’Italia non emerge alcuna correlazione con l’occupazione, mentre si riscontra una relazione positiva con la produttività. L’ampliamento delle applicazioni dell’intelligenza artificiale alla robotica industriale prefigura una sempre maggiore diffusione dell’automazione che potrebbe in parte compensare la prevista riduzione della quota di popolazione attiva, anche se gli effetti complessivi sulla domanda di lavoro sono di difficile valutazione (cfr. il riquadro: Le potenziali conseguenze dell’intelligenza artificiale per i lavoratori italiani del capitolo 7)”. (corsivo e traduzione nostri)

L’immagine di copertina è del IFR World Robotics Report 2023

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