Durante il picco del COVID-19, nei mesi di marzo-giugno 2020, sei robot umanoidi hanno contribuito a rendere la vita dei pazienti in isolamento e il lavoro del personale ospedaliero meno gravoso.
I sei robot sono stati collocati da Omitech srl nelle camere di isolamento presso l’ospedale di Circolo e Fondazione Macchi della Asst Sette Laghi di Varese (un robot ogni 2 letti) e hanno permesso il monitoraggio a distanza delle condizioni dei pazienti, misurandone i parametri vitali e rispondendo alle loro domande: grazie alla telecamera di cui ogni robot è dotato il personale poteva vedere in remoto il paziente attraverso il monitor del robottino, in telepresenza e senza accedere fisicamente alla stanza.
I robot sono stati collocati nel reparto di Medicina ad Alta Intensità dell’Ospedale Assst Sette Laghi di Varese.
Inoltre, attraverso i robottini, medici e infermieri potevano anche parlare al paziente che, se non in ventilazione assistita, poteva rispondere attraverso messaggi vocali: tutti i pazienti hanno confermato di essersi sentiti un po’ meno soli, grazie ai robot.
Un effetto indiretto è stato quello di ridurre il consumo di dispositivi di protezione e ottimizzare così anche il tempo di medici e infermieri, per massimizzare le attività di monitoraggio e assistenza, a vantaggio dei pazienti.
In una dichiarazione ad ANSA, Francesco Dentali, direttore del reparto di Medicina ad Alta Intensità, “la loro presenza cerca di risolvere un’esigenza che è sorta nel prendersi cura di questi malati: il lungo isolamento”.
Abbiamo chiesto al Dr. Matteo Cestari, Ceo di Omnitech, di parlarci della programmazione die robot e dell’impatto rilevato sui pazienti. Le sue risposte rivelano lo spostamento del focus dalla programamzione dei robot in sè ai problemi di interazione umano-robot. Come ha detto Cestari, “il problema non era programmare il robot, era capire gli umani”.