Stop Killer Robots Campaign: aggiornamenti

Alcuni aggiornamenti sulla Campagna Stop Killer Robots e sull’impiego di armi autonome nella guerra in Ucraina (luglio 2022).

25-29 luglio 2022: si riunisce il Gruppo di esperti governativi sulle Armi autonome 

Il 25-29 luglio, il Gruppo di esperti governativi (GGE) sui sistemi d’arma autonomi si riunirà per la sua seconda sessione formale del 2022. I partecipanti si concentreranno sulla formulazione di raccomandazioni per la riunione delle alte parti contraenti (gli Stati firmatari del Trattato) della Convenzione su alcune armi convenzionali, che dovrebbe essere finalizzata a far progredire lo sviluppo di un quadro normativo e operativo sulle armi autonome. (Fonte https://www.reachingcriticalwill.org/)

Il Gruppo sta esaminando la questione dal 2017 e non c’è ancora un accordo. La Russia si oppone ai controlli legali internazionali e sta boicottando le discussioni, per motivi legati all’invasione dell’Ucraina, rendendo impossibile un accordo unanime.

L’unico Stato che abbia approvato una Direttiva sulle Armi Autonome sono gli Stati Uniti con la Direttiva DOD 3000.09 del novembre 2012. Purtroppo, nonostante diverse dichiarazioni in merito di leader delle forze armate statunitensi, questa Direttiva non limita l’impiego della Armi Autonome alla condizione dello “human in the loop”, ovvero alla condizione per cui la responsabilità finale dbba essere di un umano. La DODD 3000.09 non vieta le armi autonome né stabilisce un requisito per cui le armi statunitensi debbano avere uno “human in the loop”.

Il problema, presente anche nella Direttiva 3000.09, è che nonostante otto anni di negoziati alle Nazioni Unite, non esiste ancora una definizione concordata a livello internazionale di armi autonome o armi autonome letali. Nè di armi autonome sostenute dall’Intelligenza Artificiale. Infatti, spesso quando viene citata l’IA collegata ad armi autonome si intende la capacità di machine learning, mentre un software tradizionale è sufficiente a garantire un elevato grado di autonomia per alcune applicazioni militari.

Ad esempio, l’Harpy delle Industrie Aerospaziali Israeliane (IAI) è un drone senza pilota costruito nel 2004 e riconosciuto come arma autonoma. Quando è in modalità autonoma, l’Harpy vola su una determinata regione per un massimo di nove ore, in attesa di rilevare emissioni elettromagnetiche coerenti con una libreria a bordo di radar nemici, si concentra sulla fonte delle emissioni (di solito un radar di difesa aerea nemico) e attacca. Non è necessario l’intervento di un umano. (Fonte: Gregory Colin Allen Center for Strategic and International Studies (CSIS)

Queste considerazioni indicano che si è ancora lontani da un accordo sulle Armi Autonome e che questioni di definizione allungheranno i tempi ancor più.

Le notizie sull’impiego di droni autonomi in Ucraina sono  vaghe e imprecise, come quelle sul drone KUBLA che sarebbe stato usato dalla Russia. Ma ogni commentatore attento conferma che, poiché la guerra in Ucraina avrà tempi lunghi, armi autonome saranno senz’altro dispiegate da tutte le parti in campo.  E con tempi brevi.

 

 

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