Un po’ di storia
Scuola di Robotica è un’associazione no profit fondata nel 2000 da un gruppo di robotici e studiosi di scienze umane. Il principale obiettivo di Scuola di Robotica è la promozione della cultura mediante attività di istruzione, formazione, educazione e divulgazione delle arti e delle scienze coinvolte nel processo di sviluppo della robotica e delle nuove tecnologie.
Nel corso degli anni Scuola di Robotica è diventata un punto di riferimento nazionale e internazionale per molte attività di ricerca e applicazione della robotica nei settori più vari della società come la didattica, l’ecologia e le disabilità. Scuola di Robotica è partner di moltissimi progetti europei e dal 2009 è stata certificata come ente formatore dal Ministero dell’istruzione, l’Università e la ricerca per l’aggiornamento del personale docente.
La robotica è la vera frontiera tecnologica attuale ed è qualcosa che potrà cambiare radicalmente il nostro mondo. Dal punto di vista economico, industriale e aziendale è fondamentale avere generazioni di cittadini capaci di utilizzare le nuove tecnologie in maniera creativa e non passiva.
Se pensiamo agli anni novanta, la grande sconfitta in Italia e in Europa è stata quella di non capire la rivoluzione che internet avrebbe portato nella nostra economia. Se avessimo avuto dei visionari, dei tecnici capaci di capire le implicazioni sociali, etiche ed economiche di quello che stavano realizzando, probabilmente l’Italia non avrebbe perso quel treno tecnologico.
Scuola di robotica lavora in anticipo sui tempi cercando di far capire alla società che sta arrivando un nuovo fenomeno, ovvero la robotica, che rivoluzionerà ancora di più e con maggior impatto, e anche con maggiori pericoli, e l’unico modo per essere pronti è preparare le nuove generazione attraverso la formazione e l’istruzione.
In particolare ci occupiamo di:
Il Logo
Il logo di Scuola di Robotica è stato disegnato da Emanuele Luzzati. Per spiegare come è nato dobbiamo raccontare una storia.
Nel 2000, una volta fondata l’assocazione, ci rendemmo conto che questa aveva bisogno di un’immagine che ne trasmettesse lo spirito, senza rifarsi ai soliti cliché della fantascienza. Un’immagine allegra e non saccente, anticonformista e seria al tempo stesso, in grado di incuriosire senza spaventare. Ammiravamo molto il Maestro Luzzati, non solo per la bellezza delle sue opere, ma soprattutto per lo spirito giocoso dei suoi personaggi. Era proprio lo spirito con cui volevamo avvicinare i giovani a un tema complesso come la robotica. Noi avevamo provato e riprovato a disegnare il nostro logo, ma il risultato ci pareva sempre anonimo e prevedibile. Luzzati è inimitabile.
Allora, con il coraggio dell’incoscienza, ci venne l’idea: “Perché non lo chiediamo a lui?”. Facile a dirsi, però come fare a contattarlo? Pensavamo, un po’ scettici, ai mille filtri di tanti presunti personaggi importanti. E invece uno di noi prende l’elenco telefonico, trova il suo numero, alza la cornetta e gli parla.
Così, incontrammo per la prima volta Emanuele Luzzati. Che ci ascoltò, tra lo stupito e il divertito, parlare di robotica e di ragazzi. Che ci regalò, come avrebbe fatto con dei bambini, uno schizzo di Pinocchio fatto lì per lì con il nostro nome e disse che sì, certo, avrebbe provato a “fare due scarabocchi”.
Lasciammo passare alcuni giorni. Non avevamo quasi il coraggio di telefonargli per paura di disturbarlo. E invece i disegni erano pronti da qualche giorno, e tornammo nella casa di Luzzati, quella dove era nato, con l’odore di vernici e acquaragia e i flauti magici sui tappeti e Pamina e Papagheno in cucina. Gli scarabocchi erano bellissimi: due robot che sono mimi e pagliacci, misteriosi ma non minacciosi e che da allora accolgono gli allievi e i visitatori della Scuola di Robotica.
Da quel giorno abbiamo incontrato molte volte il Maestro, che con grande dolcezza e semplicità, ci ha donato altri splendidi disegni e che per questo amiamo considerare il nostro primo “sponsor”.
Indimenticabile l’immagine creata nel 2003 per il battesimo della Roboetica, un gentile robot che offre un fiore ad una bimba, divertita e incuriosita, ma anche un po’ intimorita.
I robot sono macchine e soltanto l’arte sarà in grado di dar loro un’anima.
Grazie Lele!