Di inquinamento marino si parla quotidianamente. Giornali, tv e pubblicazioni riportano dati terrificanti sul quantitativo di plastica dispersa nell’ambiente. Ormai è una realtà, questo materiale sta facendo da padrone in ogni angolo terrestre e nel mare di tutto il pianeta. 

Da un’indagine condotta da due ricercatori  italiani è emerso che non esiste nemmeno più una spiaggia al mondo che non sia contaminata dalla plastica. La fondazione Ellen MacArthur , l’istituzione leader nel mondo per lo sviluppo dell’economia circolare, nel 2016 ha contato oltre 165 milioni di tonnellate di plastica in mare. Ma l’andamento dell’inquinamento sta peggiorando vertiginosamente. Quest’anno il report della stessa Fondazione traccia uno futuro devastante per i nostri mari, prevede che nel 2040 il mare sarà abitato da 600 milioni di tonnellate di plastica e che nel 2050 ci saranno in mare più rifiuti che animali marini.

Di fronte ad un problema così grande spesso ci sembra difficile immaginare soluzioni, futuri alternativi, cambi di rotta che ci permettano di assicurare alle generazioni future e a noi stessi nel futuro la possibilità di poter ancora camminare su un un lungomare o di tuffarci in acqua profonde senza incontrare con lo sguardo, o scontrare con il nostro corpo, rifiuti eterni e disgustosi, tracce umane indelebili nel senso più negativo del termine.  Pensare di dover trovare soluzioni a problemi tanto più grandi di noi spesso ci destabilizza, facendoci dimenticare l’importanza del contributo che ognuno di noi può dare, in quanto cittadino del mondo e abitante del pianeta terra, a questo cambio di rotta, a questa trasformazione necessaria nel nostro modo di relazionarci al pianeta Terra. Il futuro è dunque nelle nostre mani e ancora di più in quelle delle generazioni future. 

Come educatori, genitori o semplicemente come adulti possiamo limitarci a riportare a bambini e ragazzi queste cifre tanto preoccupanti? Sono sufficienti grossi numeri e foto di luoghi esotici deturpati per dare loro lo stimolo che li porti a modificare e ripensare i loro comportamenti? La risposta ahimè è per la maggior parte dei casi negativa…Spesso questi dati rimangono cifre senza forma né consistenza, poco tangibili e percepite come lontane. Per arrivare a un cambio di condotta nei più giovani e per portare avanti un’educazione al rispetto dell’ambiente in modo efficace ci vuole qualcosa che sappia toccare la sfera affettiva dei ragazzi, che sia in grado di farli divertire e che susciti in loro emozioni. In un presente come quello che viviamo, nel quale, mai come prima le tecnologie digitali fanno parte della vita di bambini e ragazzi, quali migliori strumenti di quelli tecnologici ed interattivi possono essere messi al servizio di questo scopo.

Con strumenti interattivi e /o digitali si genera una comunicazione attiva che coinvolge e suscita emozioni.  E sono queste stesse emozioni e questo coinvolgimento che danno vita al processo di apprendimento. Un bambino che interagisce con un robot o con un programma digitale, gioca e si diverte e, senza sforzo, impara concetti che se venissero appresi con la didattica tradizionale. Se l’obiettivo è sensibilizzare i ragazzi alla tutela dell’ambiente, allora sarà più efficace e più d’impatto dimostrare gli effetti dell’inquinamento terrestre attraverso un robot teleguidato o un programma interattivo. L’avventura sarebbe talmente unica ed emozionante che rimarrebbe impressa nella memoria del bambino in maniera indelebile e porterebbe con sé l’apprendimento delle informazioni.  Ecco che la memorizzazione delle informazioni coincide con l’esperienza stessa, passa per il gioco e attraversa il divertimento. 

Noi di Scuola di Robotica da diversi anni portiamo avanti progetti per la difesa dell’ambiente e naturalmente lo facciamo utilizzando le più disparate tecnologie. I nostri progetti di edutainment, che quindi includono formazione e divertimento, implicano l’utilizzo di robot, di strumenti interattivi, di programmi e di coding e di stampe 3d per parlare di inquinamento e per insegnare ai ragazzi il riciclo, il riuso e le buone pratiche da adottare per dar vita insieme a un futuro sostenibile.  

Con il progetto il Mare in 3D creiamo soluzioni innovative di recupero e riciclo di materiale plastico. Prima raccogliamo plastica sui fondali e dai litorali e poi li trasformiamo in filamenti da impiegare con le stampanti 3d. Il materiale, una volta trattato, lo utilizziamo per dar vita a kit didattici per le scuole. Anche con il progetto Robot Damare vogliamo sensibilizzare i ragazzi alla tutela dell’ambiente. Per questo proponiamo laboratori di robotica creativa per creare mini robot subacquei utilizzando materiali di riuso,  esploriamo i fondali con robot marini e programmiamo robot che siano in grado di pulire un mare digitale dall’inquinamento. 

In tanti modi la tecnologia può essere  un mezzo per scongiurare l’avanzamento dell’inquinamento ambientale, allora educhiamo i nostri figli, i nostri alunni e i nostri ragazzi a imparare il giusto utilizzo dei mezzi tecnologici . A ringraziarci prima di tutto sarà l’ambiente. 

 

Elisabetta Cantalini e Beatrice Masala

 

 

Aliani, S., Griffa, A., Molcard, A., 2003. Floating debris in the Ligurian sea, North Western Mediterranean. Marine Pollution Bulletin 46, 1142-1149.

Ellen MacArthur Foundation – The new plastics economy rethinking the future of plastics (2016).

https://www.ellenmacarthurfoundation.org/assets/downloads/Circular-economy-and-the-Covid-19-recovery.pdf

Edgar Dale, Audiovisual Methods in Teaching (New York: Dryden Press, 1969)

Donald Norman- “Le cose che ci fanno intelligenti. Il posto della tecnologia nel mondo dell’uomo” -1955 “ The psychology of everyday things” 1988 ed italiana “La caffetteria del masochista” – Giunti 1990

 

 

 

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