Riportiamo l’intervista a Enzo Guarnera, pubblicata sul sito del progetto Rotary per la sostenibilità di cui Scuola di Robotica è partner.
Nell’intervista l’Avv. Enzo Guarnera racconta la sua esperienza, che è quella di un professionista fortemente impegnato sui temi della legalità e che mette la professione al servizio degli altri e del cambiamento della società, di un avvocato penalista che si è impegnato professionalmente per difendere lo Stato e sconfiggere la criminalità.
A fine anni ’80 è stato il primo avvocato siciliano che ha scelto di difendere i testimoni e i collaboratori di giustizia. Spiega la differenza fra le due categorie di assistiti. I testimoni di giustizia hanno assistito a fatti-reato ma non fanno parte delle associazioni mafiose, i collaboratori di giustizia hanno fatto parte di cosche mafiose ma hanno poi deciso di passare dalla parte dello Stato per aiutare a sconfiggere le organizzazioni mafiose, individuare i reati e punire i colpevoli.
Per 10 anni è stato a Palermo deputato della Assemblea Regionale Siciliana, impegnato sul fronte antimafia, ha conosciuto per motivi professionali i giudici Falcone e Borsellino. Dal 1990 al 2001 ha fatto parte della Commissione Regionale Antimafia, ha approfondito la conoscenza di come le organizzazioni mafiose operano anche nei settori dell’economia e della finanza. Vi è un mercato illegale parallelo che rischia di soffocare l’economia del nostro paese, trovando spazio anche in alcuni settori delle Istituzioni e dello Stato.
Enzo Guarnera sottolinea l’importanza dell’impegno con la scuola e con i giovani per il cambiamento della società. La situazione della illegalità è in continua espansione nel nostro paese. I giovani devono conoscere questa situazione per poter costruire la società del futuro, con principi e valori diversi.
La cultura mafiosa è la cultura del privilegio, la cultura del favore, la cultura della raccomandazione, di chi non riconosce i diritti degli altri. E’ una cultura ampiamente diffusa nel paese, una mentalità che va combattuta sin da quando si è giovani, facendo conoscere ai giovani valori di riferimento che sono quelli della Costituzione italiana. La scuola deve fornire ai giovani strumenti critici. Solo la coscienza critica può cambiare il mondo in cui viviamo.
Formazione è anche dare testimonianza, ispirare ai valori della pace, della solidarietà, dell’uguaglianza, della legalità, della libertà e discuterne con i giovani.
Un esempio di testimonianza è quello del film “Io ho denunciato”, tratto dall’omonimo libro del giornalista e scrittore Paolo Di Chiara, che racconta di un testimone di giustizia, un imprenditore vittima di usura ed estorsione da parte di due clan mafiosi di Catania, legati a Cosa nostra di Palermo, che ha deciso di riscattarsi e di denunciare i mafiosi. Nei processi che ne sono derivati è stato assistito da Enzo Guarnera e i mafiosi sono stati condannati a diversi anni di carcere.
Il film “Io ho denunciato” è stato portato nelle scuole, principalmente nelle scuole medie e superiori ma anche, con le dovute cautele, nelle scuole elementari. Poi è sopravvenuta la pandemia del Covid e questa attività di testimonianza si è interrotta, ma sarà ripresa al più presto, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.
Nel frattempo, il film è stato portato al Festival di Venezia, dove ha vinto, all’unanimità, il primo premio nella “Sezione Impegno Sociale” nel confronto con altri mediometraggi provenienti da paesi Esteri, anche dell’America Latina.